Dai tempi della sua discreta collaborazione con Autant-Lara e con Clouzot, l'aspetto più tipico del personaggio Bardot sembra essere, oltre alla sua patetica impossibilità di evadere da un tipo fisico che non le appartiene purtroppo più, l'assoluta incapacità, o ignoranza, nel scegliere registi e copioni che la servono in modo perlomeno dignitoso.
Annunciato come un ennesimo ritorno di una stella alla ricerca di giovanili clamori, LE NOVIZIE è clamoroso soltanto in questa ricaduta nella più avvilente mediocrità: mediocrità nella fotografia (quando ormai tutti possono procurarsi un buon operatore), mediocrità nei dialoghi e nell'impianto della commedia, nella banalità delle trovate.
Eppure, rimane da constatare, il pubblico si diverte: ride alla farsa più grossolana, al gioco di parole più avvilente, applaude la più grigia delle immaginazioni. E accorre in massa, due volte, tre volte, più numeroso che ad un film come, per esempio IL CONFORMISTA, che pure non era di certo noioso e anti-spettacolo. Sembra incredibile, ma l'era dello "star-system" non è ancora morta.